Gol, trofei, soprattutto assist: Manuel Rui Costa ha indossato le maglie di Benfica, Fiorentina e Milan, vincendo una Champions da protagonista con i rossoneri.
Ci sono giocatori che hanno il gol nel sangue. Altri che fanno della “quantità” la loro arma migliore. E poi c’è Manuel Rui Costa, l’uomo chiamato assist. Nato a Lisbona il 29 marzo del 1972, il portoghese ha deliziato gli amanti di questo sport con la sua eleganza e il suo innato senso del gioco. Trequartista, leader, professionista esemplare, persona per bene: O Maestro è considerato uno dei calciatori lusitani più forti di sempre.
Manuel Rui Costa, la carriera: dal Benfica alla Fiorentina
Scoperto nientepopodimeno che da Eusébio, Manuel Rui Costa approda alla Fiorentina nel 1994, dopo aver stupito tutti con la maglia del Benfica. Sette stagioni a Firenze, due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Soprattutto, gol (cinquanta in oltre 270 presenze tra campionato e competizioni varie) e assist, tanti assist. I tifosi viola lo amano, il bomber Gabriel Batistuta, in campo, esalta le qualità del portoghese, trasformando in gol ogni pallone ricevuto: è una coppia da sogno. La pesante situazione economica della Fiorentina spinge O Maestro lontano dalla Toscana.
La consacrazione in rossonero
Nell’estate del 2001, il Milan di Silvio Berlusconi annuncia l’acquisto di Manuel Rui Costa. Costo dell’operazione: 85 miliardi di lire. Un affare, un colpo di mercato che consente ai rossoneri formare un attacco stellare, con il dieci di Lisbona alle spalle di Pippo Inzaghi e Andriy Shevchenko. Al Milan Rui si esalta, o meglio, si consacra definitivamente: 192 gettoni complessivi, undici reti e ben sessantacinque assist (in cinque stagioni). Numeri da fuoriclasse. Una Champions, una Supercoppa Europea, uno Scudetto, una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana: il palmares è di tutto rispetto.
Il ritorno al Benfica e l’accoglienza di San Siro
Il 25 maggio 2006, ormai chiuso da Kakà, Manuel Rui Costa rescinde il contratto con il Milan e torna a casa, al Benfica, là dove tutto era iniziato molti anni prima. Poco più di un anno dopo, rieccolo a San Siro. 18 settembre 2007, le Aquile di Lisbona sono di scena al Meazza per la sfida di Champions contro il Milan: i tifosi rossoneri festeggiano O Maestro con striscioni, applausi e cori, una dimostrazione d’affetto che va al di là del calcio. Perché Rui, come detto, è sempre stato un signore. Al termine della stagione 2007-2008, il fuoriclasse portoghese appende gli scarpini al chiodo per intraprendere la carriera di dirigente.